Le 5 tipologie di approccio che Tenet Swiss valuta per la scelta del miglior candidato

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Una seria attività di talent management non si limita a formare e valutare il capitale umano già presente nelle aziende, ma rappresenta un importantissimo supporto nella fase di recruiting vero e proprio.

Nel metodo affinato in anni di esperienza da Tenet Swiss esistono alcuni macro indicatori che rappresentano una sorta di benchmark ideale nella valutazione di possibili candidati.

Attenzione, però: il valore del talent manager sta nel saper dare la giusta misura e il giusto peso agli elementi che scaturiscono dal benchmark. Parliamo di elementi che spesso attengono a dinamiche comportamentali e umane che poi fanno la differenza nelle successive performance del candidato. Qui, il talent manager fa la differenza ed è in grado di individuare le risorse migliori in relazione all’incarico per cui si propongono, all’ambiente in cui vanno a inserirsi e al quadro aziendale complessivo.

Ecco le cinque tipologie di approccio che caratterizzano le figure potenzialmente più performanti:

  1. L’approccio proattivo.
    Il candidato dimostra un’inclinazione naturale ad affrontare possibili criticità in modo propositivo, cercando soluzioni tempestive, analizzando scenari e facendo proposte.
    Tenet Swiss verifica con attenzione questa attitudine ed è in grado di comprendere se si tratti di un atteggiamento frutto di una forzatura, oppure se sia una reale inclinazione caratteriale e professionale. La differenza tra un soggetto competente, ma poco proattivo e uno propositivo è determinante.
  2. L’atteggiamento positivo.
    Parliamo di caratteristiche simili alla proattività, ma in un quadro più ampio. È importante che una risorsa aziendale non sia soltanto proattiva rispetto alle proprie mansioni o responsabilità, ma che abbia un atteggiamento complessivamente positivo. L’entusiasmo con cui si conduce la propria vita professionale non è soltanto un aspetto appagante dal punto di vista personale, ma rappresenta un plus anche nella gestione delle diverse situazioni che un collaboratore può incontrare.
    Tenet Swiss dà molta rilevanza a questo aspetto e lo indaga osservando il mood emotivo della persona, la quale può avere due approcci rispetto alla stessa criticità, cercando rapidamente una possibile soluzione o considerandola un mero problema.
  3. Il senso dell’urgenza.
    Avere il senso dell’urgenza non significa essere persone ansiose, ma capire esattamente quando una situazione necessiti di interventi rapidi, che non ammettono perdite di tempo. La capacità di essere rapidi e precisi non deve precludere, però, la necessaria capacità organizzativa e di programmazione. Può essere giusto, persino saggio, rimandare una decisione a un secondo momento, ma ciò che non può permettersi un professionista moderno è la tendenza a procrastinare scelte, azioni o programmi. È fondamentale, per Tenet Swiss, capire esattamente quale sia il grado di reattività delle persone, perché quella stessa caratteristica sarà determinante nella vita professionale.
  4. L’attitudine all’umiltà.
    Il paradosso socratico (Io so di non sapere) spiega quanto un atteggiamento umile sia indice di grandi capacità personali e professionali. Le persone umili sono persone che ritengono di poter sempre migliorare e per questo sono desiderose di imparare continuamente e disposte a mettersi in discussione. Il candidato solitamente mostra già in sede di colloquio la propria curiosità, la propria disponibilità e la propria voglia di imparare. Soprattutto rispetto a nuovi incarichi o nuove professioni, i candidati più umili si dicono pronti ad apprendere nuove nozioni, malgrado siano forti delle proprie conoscenze acquisite negli anni. L’eccessiva sicurezza mostrata da alcuni candidati denota una mancanza di umiltà che nel prosieguo della carriera può risultare decisiva.  Quando manca l’umiltà, il candidato solitamente pone resistenza al cambiamento di metodi e di abitudini.
  5. Il look, comunque, conta.
    E’ verissimo che l’abito non fa il monaco, ma, soprattutto in fase di colloquio, il look assume una valenza importante per la valutazione del candidato. Non tanto per una questione estetica contingente, che ha comunque una certa importanza, ma perché il look racconta molto della capacità del candidato di inquadrare il contesto a cui si approccia. Ciò non significa avere l’obbligo di vestire capi firmati oppure ostentare una figura che fa dell’aspetto l’unico tratto importante, ma la giusta dose di cura personale ha una certa rilevanza. L’immagine non prevale mai sulla sostanza di un candidato, ma può influire anche sulla valutazione della sostanza stessa.

    Questi sono soltanto alcuni aspetti che entrano in gioco in fase di valutazione di una figura professionale. Ne esistono moltissimi altri. La capacità di un buon consulente (nel talent management) è proprio quella di capire in tempi rapidissimi quali caratteristiche siano negative, quali positive e quali siano le qualità su cui sia possibile lavorare per portare la figura professionale a dare il meglio di sé. Tenet Swiss vi può affiancare in questa delicatissima fase di scelta.
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